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Cosima, Canne al vento, Cenere di Grazia Deledda al tè letterario

Pubblicato il 26 ottobre 2021 • Cultura

Il tè letterario torna nel mese di novembre per conversare su tre libri di Grazia Deledda, se li hai letti, hai intenzione di leggerli o vuoi scoprirli insieme ad altri appassionati lettori, ti invitiamo all'incontro che si terrà mercoledì 3 novembre nella sala conferenze Alfonso De Roberto della Biblioteca di Olbia.
Puoi prenotare il tuo posto contattando lo 0789.26710.
L'incontro andrà in streaming sul canale YouTube bibliotecaolbia

Cosima
Apparso sulla "Nuova Antologia" fra il settembre e l'ottobre del 1936, pochi mesi dopo la morte dell'autrice, Cosima occupa un posto singolare nella produzione di Grazia Deledda. Più che un romanzo il libro infatti è un vero e proprio resoconto autobiografico, in forma romanzata, che dalla fanciullezza giunge alle prime affermazioni letterarie della scrittrice e si conclude con la partenza da Nuoro e dal chiuso ambiente provinciale. La narrazione dell'infanzia e della giovinezza procede mescolando con grande suggestione il realismo e l'evocazione visionaria, rievocando il ricordo della pace arcaica e patriarcale della famiglia presto turbato dalle tormentate vicissitudini della vita, l'ingenua sincerità dei primi amori e la chiusa e opprimente atmosfera paesana. Ma sopra ogni cosa, come sempre, domina il fascino potente di una terra aspra e selvaggia e della sua gente cruda e passionale, capace di dar vita a straordinarie, magiche leggende e a sanguinose e avvincenti epopee popolari.

Canne al vento
"Canne al vento", pubblicato nel 1913, è il romanzo della Deledda più letto e tradotto. Sullo sfondo di Galte (Galtellì), un piccolo paese della Sardegna orientale, si intravedono i mali secolari dell'isola, l'estrema povertà della Baronia e l'incubo della malaria sempre in agguato. A Galte vivono le dame Pintor, appartenenti alla nobiltà terriera ormai decaduta, che non sanno adattarsi alla società che cambia, nella quale hanno buon gioco commercianti e usurai. Protagonista principale del romanzo è Efix, il “servo” delle dame Pintor, che si cura della loro sopravvivenza. Quando, diversi anni più tardi, giungerà in paese Giacinto, figlio di Lia, una delle sorelle, a sconvolgere l'esistenza di tutti, Efix, con la sua sofferta saggezza, cercherà in ogni modo di arginare il disastro finanziario provocato dal giovane dissennato, ma morirà proprio il giorno in cui Noemi, la più giovane delle Pintor, deponendo il suo orgoglio, sposa il ricco cugino Don Predu. Il romanzo è pervaso da una vena lirica che stempera le forti passioni trasformandole, come scrive la stessa Deledda, «in un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo».

Cenere
Sullo sfondo la Sardegna piena di simboli e ricordi tipica dei romanzi di Grazia Deledda. In primo piano il romanzo delle passioni elementari e comunque radicali: Olì che conosce l'amore e giovanissima si scopre tradita; Anania, il cercatore di tesori inesistenti, inconsapevolmente crudele; il figlio dei due costretto a crescere senza la prospettiva di una normale vita famigliare. I personaggi sono mossi dalle emozioni più forti e contrastanti, da odi e amori irriducibili, ed è la famiglia a rimanere travolta in questo violento turbinio, tanto da uscirne arsa, bruciata fino a rivelare, nell'ultimo residuo, tutto il suo valore.

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