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La pianificazione strategica

Ultima modifica 7 settembre 2021

Che cos'è un Piano Strategico?

Il Piano Strategico è un documento programmatico che disegna le tappe di sviluppo della città e del suo territorio nel lungo periodo, realizzato attraverso un metodo e un processo - la pianificazione strategica - finalizzati ad aggregare e coinvolgere tutta la comunità locale in una riflessione sul proprio futuro e sulle azioni e i progetti per realizzarlo.

Qual è l'obiettivo?

L'obiettivo principale è quello di costruire in modo condiviso il futuro della città. A tal fine il metodo della pianificazione strategica è orientato ad agevolare la comprensione, il dialogo e la ricerca di soluzioni tramite la continua interazione fra gli attori della città, favorendo e facilitando la creazione di pratiche partecipative strutturate - seminari, tavoli di lavoro, progetti - nella gestione del territorio.
La dimensione partecipativa non è, dunque, soltanto funzionale ad una domanda di democrazia e di trasparenza, ma anche a rafforzare l'aggregazione fra gli attori e con essa la coesione fra le varie istanze.

Chi partecipa?

L'attività di pianificazione strategica si fonda sulla partecipazione allargata a tutte le istanze locali, pubbliche e private, e ai singoli cittadini.
L'obiettivo di un coinvolgimento il più ampio e qualificato possibile è una diretta conseguenza del nuovo ruolo delle città come attori collettivi nella guida e direzione del governo del territorio: esso richiede infatti l'aggregazione di tutte le forze e le istanze territoriali per poter rispondere in modo rapido, efficiente ed efficace alle nuove necessità.
In questa prospettiva, la città non può più essere considerata semplicemente come luogo fisico. Essa è anche e soprattutto una comunità collettiva, ricca di saperi e competenze diffusi tra i vari attori: dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni private, dalle associazioni fino ai singoli cittadini. Promuovendo la partecipazione attiva di tutta la comunità, il processo di pianificazione strategica intende attivare questa intelligenza diffusa quale elemento fondamentale nella riflessione sul futuro della città. In questo processo creativo, ciascun soggetto portatore di propri interessi contribuisce a creare una visione di sviluppo della comunità locale e a ridefinirne l'identità.
L'azione sinergica di tutti gli attori identifica il valore aggiunto del processo. L'individuazione e la realizzazione di progetti in modo coerente ed ordinato favoriscono l'ottimizzazione delle risorse.

Perché 2020?

L'adozione dello strumento del Piano Strategico comporta una progettazione di lungo periodo: è necessario che il territorio comprenda cosa vuole diventare e dove vuole arrivare, per poter costruire poi i singoli progetti in modo organico e coordinato. Ciò non significa realizzare un piano statico e rigido. Si tratta piuttosto di un processo in continua evoluzione, dove la pianificazione di lungo raggio consente di far muovere singole azioni e obiettivi con la necessaria flessibilità, e quindi di rispondere anche a necessità più contingenti.
In questa prospettiva l'anno 2020 potrebbe essere il giusto punto di arrivo, lo stato ideale sul quale ricercare il consenso e in cui riconoscersi. Guardare a 15 anni di distanza significa riflettere su cosa si vorrebbe per il proprio territorio senza considerare soltanto gli interessi immediati e particolaristici. Individuare questo stato futuro desiderabile è il primo passo; quelli successivi - ossia i singoli progetti e le singole azioni - dovranno collocarsi correttamente in questa visione più ampia.

Quale territorio?

Le reti di relazioni economiche, politiche e sociali che insistono su una città non sono confinate all'interno dello spazio amministrativo della comunità locale, ma si estendono necessariamente su un'area più ampia. La costruzione di un piano di sviluppo, proiettato su uno spazio temporale di vent'anni, non può prescindere da queste logiche.

La rete delle città Strategiche

Sulla scia dei casi europei più avanzati, numerose città italiane hanno avviato processi di pianificazione strategica urbana: Torino per prima nel 2000 e poi Firenze, La Spezia, Trento, Pesaro, Piacenza, Vicenza, Verona, Venezia, Perugia e anche piccoli comuni che si sono uniti per configurare problematiche d'area vasta (come il Nord Milano). Oggi queste città hanno espresso l'esigenza di un confronto sui temi e le politiche specifiche, ma anche sul modello di gestione e di governo delle esperienze di pianificazione strategica in corso. In questa direzione si muove una recente iniziativa, La Rete delle Città Strategiche, lanciata dal Sindaco di Firenze Leonardo Domenici, a cui hanno aderito ventuno città italiane e hanno manifestato interesse molte città europee (tra cui Monaco, Birmingham, Praga, Edimburgo, Stoccolma e Brema). La Rete intende migliorare un metodo di governo e potenziare le sue capacità, rilevando le problematicità e cercando soluzioni fattibili con un percorso di scambio e apprendimento continuo; in una dimensione più internazionale la Rete vuole poi rafforzare il punto di vista delle città nei confronti delle istituzioni comunitarie, riponendo al centro dell'agenda della Unione Europea una politica urbana europea che oggi è ancora troppo frammentata, settoriale e occasionale

www.recs.it